L’Agenzia delle Entrate-Riscossione viene incaricata dai vari Enti Impositore (come ad esempio il Comune, l’Agenzia delle Entrate, l’INPS, etc) di provvedere al recupero del credito vantato nei confronti del contribuente e, proprio a tal fine, l’Agenzia emette la temuta “cartella esattoriale”.
Tuttavia, prima di pagare quanto intimato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossioni, dovete sapere che esistono diversi motivi di impugnazione delle cartelle esattoriali, ma è sempre necessario agire con tempestività. Infatti, un aspetto da non sottovalutare sono i termini entro cui fare ricorso contro la cartella di pagamento. Questi sono sempre di
- 60 giorni se oggetto della cartella sono tributi;
- 40 giorni se oggetto della cartella sono contributi dovuti all’Inps o all’Inail;
- 30 giorni se oggetto della cartella sono multe.
- se è in atto un pignoramento e il contribuente intende opporsi ai vizi formali degli atti del pignoramento, il termine si riduce a 20 giorni.
Le cartelle irregolari
La cartella può essere irregolare per vizi formali propri oppure per vizi di notifica o, ancora, per prescrizione del credito cui viene richiesto il pagamento.
Ecco alcuni esempi:
- la cartella potrebbe avere ad oggetto pagamenti che sono stati già contestati, in passato, nel corso di un procedimento amministrativo o davanti al giudice e, in quella sede, annullati;
- la cartella potrebbe richiederti somme che hai già pagato;
- la cartella potrebbe avere ad oggetto un credito prescritto o per il quale si è verificata la decadenza in epoca anteriore alla notifica della cartella;
- la cartella potrebbe chiederti delle somme che, in realtà, sono dovute da terzi (per esempio: la richiesta di pagamento fatta a un soggetto che abbia rifiutato l’eredità);
- la cartella potrebbe ricomprendere somme per le quali hai già ottenuto una rateazione;
- la cartella potrebbe avere ad oggetto somme che non sono dovute perché non ti è stato mai notificato alcun atto prima della cartella stessa;
- la cartella potrebbe essere stata notificata a un soggetto non appartenente alla tua famiglia e tu ne sei venuto a conoscenza solo accidentalmente.
Come difendersi
In tutti questi casi hai due vie per difenderti: puoi fare ricorso al giudice oppure presentare una richiesta di sgravio in autotutela. Non pagare la cartella di pagamento se prima non hai verificato che dal punto di vista formale sia tutto regolare e che il debito sia realmente dovuto.
Tra i vizi più ricorrenti delle cartelle vi sono quelli sulle notifiche. A tal fine è necessario sapere che esistono delle norme ben precise su come deve essere fatta la notifica da parte dell’Ente .
Ecco alcuni esempi ( non esaustivi, faremo un altro articolo sui vizi di notifica):
- solo se sei obbligato per legge ad avere una posta elettronica certificata la cartella ti può arrivare sull’email della pec. Ma attenzione: secondo i giudici la notifica, per essere valida, deve essere fatta con il file allegato mp7 e non il pdf che è una mera copia. Per la lettura del file mp7 ci vuole il software per la firma digitale;
- la cartella di pagamento deve essere sempre notifica a mezzo di Poste Italiane e non di corrieri o servizi postali privati, diversamente è inesistente;
- la notifica non può essere consegnata a un portiere che, in realtà, svolge tali funzioni, ma non è regolarmente assunto;
- la notifica non può essere consegnata a un vicino di casa.
Termini di prescrizione delle cartelle
Inoltre, la cartella di pagamento non è dovuta se arriva troppo tardi, dopo cioè che il credito si è prescritto. La prescrizione è diversa a seconda del tipo di imposta o sanzione:
- Irpef, Iva, Irap, canone Rai, contributi camera commercio: 10 anni;
- Tasi, Tari, Imu, Ici, multe stradali, contributi Inps e Inail: 5 anni;
- bollo auto: 3 anni.
Avvocato Rosella Malune
Studio Legale Malune – Firenze
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